La prima multa per rifiuti spaziali

La prima multa per rifiuti spaziali

Per la prima volta nella storia dell’umanità un’azienda è stata multata per aver inquinato lo spazio. La prima multa per rifiuti spaziali è una svolta storica, perché questi più che mai iniziano ad essere un problema serio e occorrono soluzioni valide per risolverlo.

Il problema dei rifiuti spaziali

I rifiuti spaziali sono un problema serio che mettono a repentaglio tutte le attività nell’orbita terrestre. Il Presidente della NASA ha dichiarato che la stessa Stazione Spaziale Internazionale deve essere spostata lontano dai rifiuti se non si riesce a liberarsi di essi.

Anche una scheggia di vernice che arriva nella direzione sbagliata alla velocità orbitale, che è di 17.500 miglia all’ora, potrebbe colpire un astronauta durante una passeggiata spaziale, con esito fatale”, ha precisato il Presidente della NASA.

La Dish Network e la multa per rifiuti spaziali

I rifiuti spaziali sono un problema serio. Si stima che ci siano circa 700 mila detriti spaziali nell’orbita terrestre, senza contare quelli di dimensioni inferiori al centimetro, che non vengono nemmeno considerati.

La prima multa per rifiuti spaziali
La prima multa per rifiuti spaziali

Circa un anno fa la Federal Communications Commision degli Stati Uniti ha regolamentato il problema imponendo alle aziende di deorbitare i satelliti in disuso.

Nel corso di quest’anno nessun provvedimento, però, era mai stato preso nei confronti di qualche azienda. Oggi una svolta storia, con la prima vera multa per rifiuti spaziali, emessa contro la Dish Network, una società con sede in Colorado che si occupa di televisione satellitare e pay tv.

La Federal Communications Commision ha spiegato: “Mentre le operazioni satellitari diventano più diffuse e l’economia spaziale accelera, dobbiamo essere certi che gli operatori rispettino i loro impegni.

Si tratta di un accordo rivoluzionario, che rende molto chiaro che la FCC ha una forte autorità di controllo e capacità di far rispettare le sue regole di vitale importanza sui detriti spaziali”.

La prima multa per rifiuti spaziali: cosa è successo

La Dish Network dovrà pagare ben 150 mila dollari per inadempienza. L’azienda, infatti, non è stata in grado di deorbitare il suo satellite EchoStar-7.

Il satellite in questione si trova nello spazio da più di due decenni. Tuttavia, l’azienda, finita la sua lunga carriera, non lo ha fatto deorbitare come previsto dal regolamento, ma lo ha mandato in una zona chiamata “orbita di smaltimento”.

In realtà, come vedremo tra poco, il satellite non è stato nemmeno in grado di raggiungere la cosiddetta orbita di smaltimento.

Al momento esso si trova a un’altitudine ancora troppo bassa e a rischio di collisione con altri satelliti, veicoli e strumentazioni.

Perché il satellite EchoStar-7 non poteva essere spostato?

Per l’azienda, in realtà, era impossibile deorbitare il satellite. Per capire il perché EchoStar-7 non poteva essere spostato proviamo a ripercorrere la sua vita.

La prima multa per rifiuti spaziali
La prima multa per rifiuti spaziali

Nel 2002, l’azienda lo aveva inviato a un’altitudine di quota al di sopra dei 36 chilometri. Dieci anni dopo gli accordi sulla mitigazione dei detriti spaziali concordavano che il satellite sarebbe stato spostato 300 chilometri più alto di quota. In questo modo avrebbe raggiunto quella che viene chiamata orbita di smaltimento o cimiteriale.

Lo scarso anno, però, dopo vent’anni precisi dall’inizio della carriera di EchoStar-7, l’azienda si è resa conto che il satellite era a corto di carburante. Così esso non sarebbe così stato in grado di raggiungere l’area designata.

Il satellite si è fermato circa a metà strada: a 122 chilometri dalla superficie terrestre e a 178 chilometri da quella che avrebbe dovuto essere la sua destinazione finale.

Sebbene ci siano delle motivazioni validi sul perché il satellite non sia stato in grado di raggiungere la sua destinazione finale, la prima multa per i rifiuti spaziali vuole essere un monito, affinché questi errori non si ripetano.

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