Esopianeta nella Costellazione del Leone

Esopianeta K2-18b

Nei mesi precedente c’è un particolare esopianeta che ha attirato l’attenzione di scienziati e astronomi di tutto il mondo per alcuni caratteristiche particolari. Esso prende il nome di K2-18b e si trova nella Costellazione del Leone.

La Costellazione del Leone

La Costellazione del Leone si trova lontano dalla scia della Via Lattea e ciò la rende particolarmente visibile. Essa è anche una Costellazione Zodiacale e si trova nel cielo Settentrionale tra le costellazioni del Cancro e della Vergine.

In questa stessa Costellazione si trova una delle stelle più vicine alla Terra: Wolf 359, distante solamente 7,7 anni luce. Ma anche la stella più lontana mai osservata: MACS J1149 Lensed Star 1, distante 9 miliardi di anni luce.

Tra le stelle più importanti della Costellazione ci sono: Regolo, la stella più luminosa, Algieba, una stella doppia, Denebola, una stella bianca, Zosma, un’altra stella bianca, e Ras Elased Australis, una stella gialla.

K2-18b: l’esopianeta nella Costellazione del Leone

Torniamo adesso all’esopianeta in questione: K2-18b. K2-18b si trova nel Sistema Solare della stella K2-18, una stella nana fredda a 120 anni luce dalla Terra.

Esopianeta K2-18b
Esopianeta K2-18b

Il pianeta si trova nella cosiddetta fascia abitabile, ovvero alla giusta distanza dal Sole da permettere all’acqua di mantenersi allo stato liquido e alla vita di prosperare.

La dimensione di K2-18b è compresa tra la dimensione della Terra e la dimensione di Nettuno.

Perché questo esopianeta nella Costellazione del Leone è interessante?

Secondo gli astronomi che hanno osservato questo Sistema Solare e, in particolare K2-18b hanno scoperto che esso ha delle caratteristiche particolari che lo rendono un candidato perfetto per la ricerca della vita.

Esso, infatti, sembra essere un mondo oceano, ovvero ricoperto da acqua allo stato liquido. Inoltre la sua atmosfera è ricca di metano e anidride carbonica.

A catturare le attenzioni di scienziati e astronomi sono state le osservazioni effettuate con il telescopio spaziale Hubble. A queste osservazioni ne sono poi seguite altre, effettuate con il telescopio Webb.

Pianeta oceano

Una delle teorie più importanti è che l’esopianeta K2-18b sia un cosiddetto pianeta oceano. Questi mondi sono molto promettenti per la ricerca di vita extraterrestre.

Esopianeta K2-18b
Esopianeta K2-18b

I nostri risultati sottolineano l’importanza di considerare diversi ambienti abitabili nella ricerca della vita al di fuori del Sistema Solare.

Tradizionalmente la ricerca della vita sugli esopianeti si è concentrata principalmente sui pianeti rocciosi più piccoli, mentre i mondi iceani più grandi sono significativamente più favorevoli per le osservazioni delle atmosfere, inoltre possono ospitare potenzialmente la vita”, ha spiegato Nikku Madhusudhan, autore dello studio.

DMS sull’esopianeta nella Costellazione del Leone

Lo studio, inoltre, afferma che l’atmosfera è ricca di metano e anidride carbonica e una carenza di ammoniaca. Questi dati supportano la teoria di un’atmosfera ricca di idrogeno.

Le osservazioni del telescopio Webb hanno anche evidenziato la possibilità di DMS (dimetilsolfuro) una molecola che, sulla Terra, è prodotta esclusivamente dalla vita.

Nell’atmosfera terrestre la molecola DMS è presente e la principale fonte di essa è il fitoplancton. Gli studiosi affermano che le prossime ricerche saranno volte a confermare o meno la presenza di questa molecola.

C’è vita sul pianeta?

Ovviamente, gli scienziati non possono rispondere a questa domanda, ma i prossimi studi si concentreranno sempre su questa molecola. Anche se sulla Terra essa viene prodotta solamente da forme di vita non è necessariamente detto che sia così anche per questo esopianeta nella Costellazione del Leone.

Questi risultati sono il prodotto di sole due osservazioni di K2-18b realizzate dal telescopio Webb, molte altre sono in arrivo.

Ciò significa che il nostro lavoro qui non è che una prima dimostrazione di ciò che Webb può osservare circa gli esopianeti iceani delle zone abitabili.

Queste scoperte sono un passo promettente verso una comprensione più profonda dei mondi iceani”, concludono gli scienziati.

Login

Welcome! Login in to your account

Remember me Lost your password?

Lost Password